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La Pizza è anarchia, l'impasto NO!

  • Immagine del redattore: Teo Faust
    Teo Faust
  • 28 mar 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

BLACK FLAG - Nervous Breakdown https://www.youtube.com/watch?v=302oEzSPCqE

La pizza fatta in casa è una cosa seria, ognuno la fa un po’ come gli pare e non ci sono cazzi nel fargli cambiare idea sulla preparazione. Ma se non vi siete mai cimentati nella sperimentazione con le farine e il lieviti oppure volete provare qualcosa di diverso, forse qui potete trovare qualche idea in più nel vasto mare delle ricette di panificazione.

Impastare rimane la parte più importante, dove a farla da padroni sono il lievito, la farina, l’acqua, i muscoli e soprattutto il tempo, ma qui si spera abbiate anche altro da fare mentre l’impasto lievita.

Sempre nella speranza che abbiate pure qualche amico, di seguito la ricetta per 4 pizze.

Cosa vi serve per l’impasto:

400 gr di farina integrale

300 gr di farina 00 (date un occhio alla tabella nutrizionale, se supera gli 11gr di proteine va bene)

2,5 + 0,5 bicchieri da spritz di acqua temperatura ambiente (ma qui dipende molto dalla vostra farina)

10gr di lievito di birra fresco (1/3 del cubetto)

Olio EVO

½ cucchiaino di zucchero di canna grezzo

Sale

Per non far diventare la cucina un campo di battaglia dove a vincere sarà la farina che spargerete ovunque, prendete una qualsiasi cosa atta a contenere gli ingredienti qui sopra, una pentola, un calderone oppure il secchio del mocio, in ogni caso una boule da cucina va più che bene.

Metteteci dentro le due farine e fategli prendere aria mescolandole insieme.

Nel mezzo bicchiere d’acqua sciogliete il lievito di birra fresco con lo zucchero. Il fatto che vi dicano di mettere un cubetto intero di lievito di birra su mezzo chilo di farina è come se mettiate il motore di una Ferrari su di una fiat 127… vedete un po’ voi il risultato.

Incorporate alla farina l’acqua e il composto che avete creato con il lievito e mescolate gli ingredienti con un cucchiaio fino a farli amalgamare grossolanamente. Questo vi permetterà di non spargere farina in tutta la casa e di evitare di avere le mani impiastricciate e appiccicose, cosa che odio da morire, ma ne sto parlando con il terapeuta.

Fatto questo aggiungete l’olio e dopo un breve passaggio con il cucchiaio, rovesciate l’impasto, ormai abbastanza solido, sul piano di lavoro.

Qui ragazzi miei è arrivato il momento di sfogare tutte le vostre frustrazioni, aggiungete il sale e cominciate ad impastare. Senza paura, con cattiveria. Andate avanti per circa 15 minuti, muscolo più muscolo meno.

Il risultato finale sarà un impasto liscio e sodo, dovrà avere le sembianze di un culo, un bel culo.



Bene, ora lavate il vostro recipiente, qualunque esso sia, asciugatelo e adagiatevi dentro il vostro pargolo appena impastato. Coprite il tutto con la pellicola trasparente e fatelo riposare all’interno del forno con la luce accesa (quella del forno, non quella della cucina). Qui lasciatelo per almeno 4 ore, vestitevi e andate a fare un aperitivo.

Tornati a casa, sempre non siate completamente sbronzi, prendete il vostro impasto che sarà raddoppiato, sgonfiatelo reimpastandolo e dividetelo in sfere da 220 / 240 gr lavorandole bene, dovreste teoricamente togliere tutta l’aria all’interno dell’impasto. Dovrebbero essere 4 se non avete bevuto troppi campari, con quello che rimane dell’impasto potete farci quel che vi pare.

Ora potete far fare la seconda lievitazione alle vostre palle. Copritele come prima e rimettetele nel forno con la luce accesa. Ai lievitati non piace lo sbalzo di temperatura (e come dargli torto) , lasciando la lucina accesa nel forno si crea una piccola camera climatica dove il vostro impasto starà benissimo… presente le Maldive?

Qui potete lasciarle veramente quanto vi pare, se il risultato che volete ottenere è una pizza fragrante e che non vi faccia bere come un veneto al raduno degli alpini, considerate di farle lievitare almeno altre 6/8 ore (non più di 24).

A questo punto, fate vobis… la pizza è la vostra.

Io stendo la pasta a mano, ma potete usare il mattarello (scordatevi però il cornicione), la metto su di una teglia tonda per pizze e la metto in forno preriscaldato a 250 gradi con ogni sorta di ingredienti blasfemi sopra.

La pizza è anarchia, la pizza è amore.

 
 
 

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